Considerazioni sulla scelta del repertorio
Nella formazione di un organico di musica con chitarra stranamente il chitarrista è predominante nel proporre i brani per l’organizzazione del repertorio da adottare. Ma è anche colui che lancia la proposta per la formazione dell’assieme anche quando trattasi di solo duo o trio.
Tanto ha un senso particolarmente meritorio; può significare che è più acculturato in quanto studia, analizza o ascolta con interesse le opere di altri strumenti e autori diversi da quelli normalmente oggetto dei suoi studi o anche semplicemente perché vuole uscire fuori dalla routine giornaliera dell’ascolto di un solo strumento per giunta estremamente tipico quale è la chitarra.
L’insieme, comunque lo si realizzi, per una serie di fattori, spesso penalizza di più proprio il chitarrista. I fattori che si innescano sono vari; in questa sede intendo analizzarne uno soltanto. Chi è addentro nella ricerca di repertori nuovi sa benissimo che, per vari motivi, non tutti suonano tutto. Consigliare ad un collega o ad un allievo un brano o un autore o un genere musicale da adottare nella pratica d’assieme ha come esito, quasi sempre, un inevitabile diniego.
Diversi autori dell’Ottocento musicale europeo hanno considerato la chitarra come uno strumento sostitutivo in alternativa al pianoforte con il solo modesto ruolo di accompagnatore. In questi casi il chitarrista perde ogni chance per manifestare il suo protagonismo pur dovendosi il più delle volte impegnare in velocissimi arpeggi mozza fiato. All’interno di prolissi brani di musica da camera con chitarra spesso non esiste neanche un solo periodo di concertato con la chitarra che purtroppo è relegata solamente ad accompagnare le altre parti che invece cantano ininterrottamente. Nonostante ciò questa letteratura ha un suo reale valore in quanto è formativa e didatticamente preparatoria a socializzare ed a regolarizzare il proprio ruolo nel rapporto con gli altri strumentisti. Quindi riteniamo che vada adeguatamente presa in considerazione.
La problematica maggiore risalta quando l’approccio al brano lo dovranno praticare due professionisti in carriera entrambi desiderosi di sviluppare il massimo virtuosismo possibile quasi in antagonismo tra loro.
L’opera dovrà contenere evidentemente in entrambe le parti, quando trattasi di un duo, ad esempio per flauto e chitarra, un equilibrio che difficilmente capita di incontrare.